mercoledì 1 dicembre 2010

La televisione italiana e la cura Silvio


Ma che sta succedendo agli italiani che guardano la televisione? Se analizziamo i dati degli ultimi ascolti televisivi c'è da stropicciarsi gli occhi diverse volte. Non ci si crede.
Il TG1 del gerarca Minzolini perde spettatori a rotta di collo e a sue spese guadagna Mentana con il suo TG monocratico ma sicuramente ben fatto e che non parla solo della stagione degli amori del muflone muschiato ma di fatti.

A guardare Saviano e Fazio, strameritevoli senz'altro per aver fatto cultura ed informazione in prima serata ma, diciamolo senza timore di bestemmiare, con un programma tanticchia prolisso,  un campo minato a paraculaggine dove c'era sempre il rischio di saltare in aria, c'erano in certi momenti quasi 19 milioni di persone a seguirli davanti allo schermo. La media di ascolto dell'ultima puntata è stata di nove milioni di telespettatori.
L'ultimo fatto incredibile ieri sera. Sempre sulla RAI è tornato il teatro dopo 33 anni con "Filomena Marturano". Mariangela Melato e Massimo Ranieri a recitare Eduardo. Più di cinque milioni di telespettatori. E' vero che altri cinque milioni guardavano nel medesimo tempo "I Cesaroni" ma è pur sempre un fatto quasi incredibile.
E noi che credevamo che i telespettatori fossero dei poveri dementi decerebrati atti solo a farsi venire il cervello a squacquerone grazie alle tette & culi gentilmente offerti in quantità industriali da Sua Berlusconità. Una massa di superficiali dalla testa simile a quella cosa che nun vo' penziere.

Sono anni che sostengo che la gente sarebbe ben felice di guardare dell'ottima televisione, se solo gliela si desse. Quando hai assaggiato la Sacher all'Hotel Sacher difficilmente ritorni alla Viennetta.
Io e quelli della mia generazione siamo venuti su a sbadilate di cultura trasmessa dalla televisione. 
La tv ci ha fatto da scuola. Abbiamo imparato le lingue e perfino a leggere e scrivere, grazie a San Alberto Manzi, protettore degli analfabeti e primo adorato maestro catodico di milioni di cinquantenni.
Il venerdì sera avevamo il teatro e le fiction portavano in casa i classici della letteratura. A cantare per noi c'era Mina, mica Nebruz, with all respect.
Se siamo diventati più cinefili di Tarantino è grazie ai "cicli" dedicati ad attori e registi. Intere filmografie, da Kurosawa a Bergman, Fellini e John Ford ed ai corsi di cinema trasmessi all'ora di pranzo. Tra parentesi, ho notato con piacere, stasera, che La7 commemora Monicelli trasmettendo un suo film e un documentario a seguire. Come usava una volta. Teniamo presente che nel 2009 il decennale della morte di Stanley Kubrick è passato totalmente sotto silenzio. 
Era la televisione di tanto tempo fa, certo. Roba da vecchi.  Però, come ha dimostrato la Spagna qualche anno fa, quando ha tolto la pubblicità dalla tv pubblica e ne ha fatto uno strumento di cultura, lasciando la fuffa e le minchiate alla tv privata, la gente si è buttata sulla tv pubblica e gli ascolti di quest'ultima sono impennati. La cultura è sempre attuale, non invecchia mai.

Da noi sono più di trent'anni che lo spettatore è sottoposto, immobilizzato sul divano, alla cura Silvio. Obbligato a farsi piacere, anche per forza, la gnocca che piace a Sua Bassezza, quella pettoruta e dall'encefalogramma piatto. Addestrato  a sbavare come il cane di Pavlov con la televisione dei guardoni fino a farsi quasi venire per reazione la crisi di rigetto verso il sesso sano e praticato. 
Torturato dalla pubblicità (cinque minuti di programma o film  e tre di spot) lo spettatore non ha scampo perché tutta la televisione si somiglia, dato che il virus ha infettato tutti i canali. Non poteva che essere così, giacché se ci fossero stati dei canali intelligenti o semplicemente normali, la gente non avrebbe mai abboccato all'amo del venditore di fuffa ed al suo progetto politico.
La RAI ha dovuto abbassarsi a diventare una succursale della TV Spazzaturaset (un giorno capiremo una volta per tutte che non si può pretendere da chi ha fondato un regno sulla monnezza di liberarne una città) e da servizio pubblico si è trasformata in termovalorizzatore di contenuti, cultura e divertimento normale e non pervertito in senso voyeuristico. Desidero inviare, a questo punto, un vivo e sincero ringraziamento di cuore alla sinistra italiana che ha contribuito a consegnare la tv pubblica nelle grinfie del Grande Guardone senza opporre resistenza. 

Ora però qualcosa forse sta cambiando. Esiste notoriamente l'effetto boomerang e, come per la Cura Ludovico, l'overdose di oscenità e stupidità sta cominciando a far vomitare i telespettatori sul tappeto acquistato con la televendita. I programmi che solo qualche anno fa avrebbero fatto ascolti da percentuale di albumina perché culturali ed "impegnati" ora sbancano l'Auditel. E' una reazione ed è vivaddio tremendamente sana e normale. 

Avrei una curiosità sperimentale. Chissà come sarebbe sottoporre Silvio alla sua stessa cura. Una roba molto Abu Graib, me ne rendo conto,  legato alla sedia con gli occhi pinzati a guardare 24 ore al giorno Italia1, deprivato del sonno.
Quanto credete che resisterebbe? Non lo so, essendo abituato a "Ballarò" e a Santoro forse non molto. Sicuramente, dopo ore di "well, well, well" di Duffy  arriverebbe ad odiare la pubblicità e perfino la gnocca con tutto il cuore. Dell'Utri mi fé, disfecemi Belen.

10 commenti:

  1. Anonimo23:13

    Cara Paperella, sai che posso vedere in diretta tutti i programmi italiani su Justin tv?
    Mi sono deliziata a vedere "Vieni via con me".
    Ciao
    Roberta da Sydney

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  2. La gente si è stancata di contraddittori forzati si dovrebbe poter vedere e ascoltare chi si vuole. Forse per questo Saviano e Fazio hanno fatto ascolti; un format dai contenuti impegnativi, ma ci si poteva rilassare sul sofà e ascoltare.
    AnnoZero e soprattutto Ballarò alla fine della serata si ha sempre la sensazione di avere perso tempo, e non avere imparato nulla che non si potesse leggere su i giornali e in santa pace, senza essere sottoposti alla tortura di smorfiette, faccette e testine che negano quello che l'altro sta dicendo.La televisione deve essere cultura e intrattenimento non è come se si fosse in tribunale, chi se ne frega del diritto di replica, benissimo ha fatto Fazio a dire di no la seconda volta, posso capire che Maroni bisognava farlo intervenire, ma ha fatto solo propaganda e non ha convinto nessuno: chi aveva le sue idee se le è tenute, è per questo che il contraddittorio non serve a nulla.

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  3. Verdeluce15:18

    Ti leggo in silenzio da un po', ma dopo questo post devo dirtelo: TI ADORO!
    Ammirazione incondizionata per la tua capacità di analisi e per la graffiante ironia!
    E questo è quanto :)

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  4. Cara amica Lameduck,

    io non guardo molto la tv, ma mi sembra che ci sia abbastanza scelta.

    All'inizio delle televisioni commerciali, ricordo che anche le tv di Silvio facevano dei programmi culturali. Poi sono stati interrotti perchè non avevano molti ascolti. Lo so che è sbagliato ma le tv commerciali pensano soprattutto a far cassa.

    Ciao Davide

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  5. Anonimo23:38

    io che sono un complottista mi piacere leggere la medaglia e vedere che c'è dietro.
    prendendo per buoni questi dati
    possibile che l'italiano medio sia improvvisamente rinsavito? o erano falsi prima? dando per certa la seconda ipotesisi,si e' sempre detto che i dati auditel fossero in gran parte taroccati,come mai questo improvviso cambiamento?
    che sia la conferma che siamo di fronte al definitivo deprofundis del berlusconismo?
    che il traghettatore abbia esaurito il suo compito?
    ricordiamoci che a succedere al nano sara' una destra filo sionista come mai nessun governo italiano è mai stato.

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  6. bello, concordo (anche se non cinquantenne, ehm..)

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  7. Anonimo18:02

    mi ricordo bene il maestro manzi, imparai a scrivere con lui, a cinque anni, prima d'andare a scuola

    mi ricordo la bella edizione dell'odissea, ero all'incirca alle medie inferiori

    anche i caroselli erano fatti bene e pochi

    io credo che la televisione decente sia possibile, anche se ritengo che sia meglio una tv di stato, magari anche un pò moralista ma decorosa

    comunque secondo me la televisione è comunque in declino, piano piano l'internet se la mangia

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  8. @ Verdeluce
    :-)

    @ Davide
    Attenti che, a furia di pensare solo a quella, la cassa non diventi quella da morto. ;-)

    @ rossoallosso
    Mao diceva: "Non importa di che colore è il gatto. L'importante è che prenda il topo."

    @ diegod56
    E' curioso come quelli della nostra età, cresciuti con una tv di stato, come dici tu, noiosa, e passati attraverso tutte le fasi della tv commerciale più sbracata, ora sentano la nostalgia di "quella" vecchia tv. Che sia imprinting o qualcos'altro?
    L'Odissea me la ricordo anch'io. Bekim Fehmiu è morto di recente.
    E vogliamo dimenticarci di Maigret?
    Io mi sono divertita un mondo di recente a rivedermi i vecchi sceneggiati come "Il segno del comando", "Gamma", "Coralba", "Ritratto di donna velata", tutti editi in DVD.

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  9. Cara amica Lameduck,

    "Io mi sono divertita un mondo di recente a rivedermi i vecchi sceneggiati come "Il segno del comando", "Gamma", "Coralba", "Ritratto di donna velata", tutti editi in DVD."

    A me piaceva da matti "Il forte di forte coraggio". Mitico Rin Tin Tin.

    Ciao Davide

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  10. kthrcds18:01

    “Sono anni che sostengo che la gente sarebbe ben felice di guardare dell'ottima televisione, se solo gliela si desse”, lei dice.

    Sono d’accordo con lei e con la sua disamina, pregevole come sempre, e gradevole da leggere. Mi permetta di aggiungere un paio di considerazioni personali.
    Il sistema televisivo commerciale è pensato per destrutturare le più elementari facoltà cognitive. In parole povere “un sistema abilmente costruito per rincoglionire le masse”, secondo il parere de L'Express del gennaio di quest’anno..
    Come lei ha già fatto notare – e non sono in molti a farlo -, il fenomeno non riguarda solo la pessima qualità dei programmi tv che vanno in onda da anni sfidando il senso del ridicolo, massacrando il buon gusto senza misericordia, e sbriciolando ogni possibile traccia di intelligenza. A questo si deve anche aggiungere che ogni 18/20 minuti di trasmissione televisiva Mediaset (sulla Rai è un po’ meno invadente) va in onda un blocco pubblicitario di circa 6 minuti. A volte, specie di pomeriggio, di 8 o più. Dopo qualche mese di questa cura, il telespettatore medio non sa più che cosa sta realmente guardando in tv: se il programma o la pubblicità. E, soprattutto, perché sta guardando la tv. La cura dura da ormai trent’anni, e ha ridotto in poltiglia il cervello di una massa considerevole di persone. A furia di seguire Maria De Filippi, il “Grande fratello”, Barbara D’Urso, Rita Dalla Chiesa, ecc., si è formata una massa ragguardevole di individui intontiti che confondono la vita reale con quella che va in onda in tv. L’effetto è deprimente, in particolare per chi ha vissuto gli anni dei Beatles, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Fellini, Audrey Hepburn, Françoise Hardy, ecc.
    Da alcuni giorni, sul digitale terrestre vedo Rai storia e Rai 5. Ieri sera su Rai storia c’era un documentario sulla II GM nel pacifico, e su Rai 5 è andato in onda Shine a light, il film di Scorsese sugli Stones del 2008, e ho già visto un paio di concerti di musica classica (Beethoven e Haydn) e un paio d’opere liriche. Il tutto con pubblicità quasi nulla.
    Sono stupefatto. Speriamo che continuino così.

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