domenica 8 novembre 2015

Sinfonia d'autunno distopico e pasoliniano


Due pessime notizie. La prima è che siamo in un 2015 parallelo, uguale al 1985 alternativo del secondo capitolo di "Ritorno al futuro", quando il tranquillo quartiere residenziale si è trasformato in un inferno di catenacci e sparatorie. "Ehi, ma è la nostra realtà, ci hanno azzeccato in pieno!" pensi quando arrivi a quel punto del film, e molto probabilmente Matteo Renzi è il Biff Tannen al quale un proprio Doppelgänger consegnò in passato l'almanacco dei risultati, alterando il corso naturale della storia e creando una deviazione nel fiume del tempo. 
Il vero 2015 avrebbe dovuto essere un anno di pace, di fratellanza tra i popoli europei ormai federati in un'unico stato, dove non esistono migranti invasori, l'Islam è una religione di pace e i musulmani sono talmente integrati che mangiano salsicce di porco all'Oktoberfest assieme ai crucchi. Questi ultimi ormai coscienti della necessità di un import, a fianco di un export, e liberati dalla tossicodipendenza dal secondo nella San Patrignano degli Stati Uniti d'Europa.
Invece siamo qui, nell'impero personale dell'Uomo Qualunque divenuto Uomo per tutte le stagioni, anche le mezze che ritornano, e per sempre. Del miracolato dal caso o dal chao, emblema di un modello uno vs. novantanove che semina "fame, disperazione e morte", come nella profezia non sua del profeta minore Berlusconi. Siamo nell'Impero galattico all'insegna della stabilità, dove la democrazia muore sotto scroscianti applausi. 
Non sottovalutate mai il potere profetico dei film di cassetta e non solo di quelli che una volta si chiamavano impegnati.

Dalla "Repubblica di Hill Valley" di oggi. Notate la stupefacente pubblicità subliminale in rosso.



A proposito di rosso. L'unica cosa di sinistra qui mi pare la dica Casa Pound che cita giustamente la canzone più profetica e distopica dei Nomadi, altro che gli ormai patetici e correi partigiani con i garofani appassiti.
Vedete, quando il loro gioco sporco di collaborazionisti inizia a vedersi troppo, Essi si spostano di una sedia a sinistra, prendono una tazza pulita, come dal Cappellaio Matto, e ricominciano a prendere il tè tra di loro. Questa, più delle altre, rischia di diventare, più che l'ennesimo bar di Guerre Stellari, una Salò per sfigati. Soprattutto se non avrà, come prevedo, le palle di rompere con l'ideologia europeista dominante nonostante lo sbandieramento dei palii con l'effige degli "economistidisinistra" come Stiglitz. Ce lo chiede l'America.
Chiedete loro piuttosto di rinnegare l'euro sputandoci sopra pubblicamente e forse crederò alle loro chiacchiere.
Non ho ragione io a spostarmi sempre più a destra ogni volta che questi continuano ad emettere dalle terga questi liquami maleodoranti che pretenderebbero pure li trangugiassimo quale prelibatezza sopraffina senza provare un sano rigurgito anti-antifascista? 

La seconda cattiva notizia, peggiore della prima, perché questa non è un'esercitazione, né Hollywood, è che siamo in piena Salò di Pasolini, girone della merda, appunto, e ce lo sta ricordando in maniera ossessiva il quarantennale 1975-2015.
Il dibattito se quell'ultimo film di Pier Paolo, come gli altri, fosse cinema o no, come sosteneva più autorevolmente un Carmelo Bene e non un Muccino-chi, è più sterile del tentativo di due maschi di figliare senza il trucco dell'utero in affitto, ed è soprattutto inutile e depistante, perché Pasolini, perdio, non era un regista ma un precog, secondo la (pre)visione dickiana, in grado di vedere crimini futuri; un profeta, un San Giovanni che provava la febbre di esprimere le proprie visioni attraverso un cinema affetto dalla parafilia per il brutto, sgradevole fino al disagio ma sincero fino in fondo sull'animo umano come le visioni di un bad trip o di un quadro ergotico di Bosch. Un profeta violento e biblico come occorreva esserlo negli ultraviolenti anni settanta; lui stesso violento e sadico, nonostante la poetica vocina evocata da Carmelo, per riuscire a prevedere la violenza odierna, finalmente avveratasi in pieno.
Altrettanto inutile e depistante, ma perfettamente consono alla smania di autorevisionismo di sinistra, è l'agitarsi delle vecchie comari lottacontinuiste, sinistre prefiche saccenti, attorno al cadavere maciullato di Pasolini e il loro solerte debunkare l'ipotesi dell'omicidio politico, dopo averla ritenuta imprescindibile per anni, in un'orgia di necrofilia giornalistica che non risparmia nessuno e che, guarda caso, si accanisce contro altri profeti e cassandre. Cos'è che vi rode tanto, vecchie bagasce?

Depistaggi e debunking. Mi dispiace di aver fatto l'una e mezza per vedere fino in fondo la porcheriola di Abel Ferrara sul Pasolini ucciso perché frocio, come se un regista oggi facesse l'ennesimo film su Dallas menandola ancora su Oswald solo perché nella parte del patsy ha un attore straordinario.
Era sufficiente guardare le foto del Pasolini morto, pubblicate giustamente da Dagospia, perché la foto di un cadavere vale più di tante parole, che sono la prova inconfutabile di un accanimento sulla testa della vittima. Alla testa, Ramon, alla testa.
"Bisogna che quelle teste smettano di pensare" era l'esortazione fatta da tutti i totalitarismi del secolo scorso ai carnefici che dovevano occuparsi di chi faceva uso troppo intensivo del cervello. Come i profeti e i poeti, appunto.
Abbiamo dimenticato che uno dei più eccelsi narratori della bestiale violenza della guerra fu il poeta Omero?
Oggi forse va più di moda ed è sufficiente il vilipendio su Facebook e sui giornali (ma non vi è differenza) da parte delle mezze cartucce, dei famosi al microonde e dei residuati delle rivoluzioni fallite ma negli ultraviolenti anni 70 le teste andavano ancora fracassate a mano a bastonate. Nessun mistero. Tutto chiaro. 

Tra le tante ipotesi sui motivi della feroce esecuzione sommaria di Pasolini, perché non pensare semplicemente al fatto che potesse aver osservato l'Abisso fino in fondo e molto da vicino, forse inseguendo fantasmi personali, attirandosi infine l'attenzione dell'occhio malvagio e facendosene punire per aver raccontato ciò che non andava raccontato perché così stabilivano le regole del gioco?
Non è curioso che invece le accabadoras de sinistra e quelle acefale, tanto più la profezia politica e sociale di Pasolini si sta avverando, più si concentrino, come i media reazionari e i "fascisti" del 1975, sul delitto tra froci e non sulla pericolosissima alchimia Salò-orge del potere-petrolio uscita dal suo atanor?

Non vedono la violenza odierna che era raffigurata simbolicamente in un tremendo film come atto da oscure e segrete stanze, proiettato in un passato di comodo, e che ora è tracimata senza freni all'esterno e corrompe ogni angolo della società come una neoplasia invasiva? Non ne riconoscono la matrice?
Quella violenza che non condanna più solo gli innocenti fanciulli dei forteti di stato, con le collusioni inspiegabili e innominabili tra politica, giustizia e perversione privata
« Deboli creature incatenate, destinate al nostro piacere, spero non vi siate illuse di trovare qui la ridicola libertà concessa dal mondo esterno. Siete fuori dai confini di ogni legalità. Nessuno sulla Terra sa che voi siete qui. Per tutto quanto riguarda il mondo, voi siete già morti. »  
(Il Duca in "Salò")
ma condanna interi paesi alla punizione senza scampo, alla tortura senza fine dell'essere in balia dei capricci di una setta di potenti, fino all'adozione coatta delle proprie perversioni come sistema educativo?
Non vedono come siamo già passati dal girone delle manie e che il futuro può essere solo il girone del sangue?
Non la vedono, questa violenza assoluta perché, al contrario di Pasolini, non hanno voluto vedere nell'abisso che il più grande terrore sarebbe stato un mondo apparentemente perfetto e immutabile, che però implica un futuro spaventoso e senza speranza; e perché non osano denunciare, a differenza di lui che ne ebbe il coraggio, questo orrore senza fine che ti viene preannunciato e ricordato ogni momento, finché alla fine hai paura di ciò che potrà seguire come punizione per l'aver goduto di una splendida giornata di sole autunnale. 


11 commenti:

  1. non ho capito tutto ma e' molto bello

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  2. Sei straordinaria, nello scrivere e nel riferirti continuamente a contenuti vari. Difficile da seguire, in alcune parti. Troppi richiami alla tua estesa cultura rischia di far capire a pochi. Però sei grande. E questo è chiaro.

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  3. Articolo di grande potenza Barbara, in cui i continui riferimenti a miriadi di analisi di fatti contribuiscono a disegnare il quadro per quello che veramente è, sotto la cortina di depistaggi ipnotizzanti. Ricordo perfettamente l'omicidio di Pasolini, avevo 18 anni, e come dici tu erano anni duri per tutti. Certo la grandezza sconcertante di P.P.P. mi si è palesata dopo, con la maturità ma mi sembra degno di te, psicologa, il riconoscere nello stesso P.P.P. un nucleo personale di affinità a ciò che descriveva.Il che non toglie nulla. Singolare la chiusura sull'ebbrezza di potere che, attraverso la proposizione di metodi educativi, smaschera. Un'altra grande e lucida donna del web, Saura Plesio, ha colto un mirabile bersaglio notando che la spasmodica propaganda pro insetti/cibo riveli un animo... lucertoliano!

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  4. Pasolini è stato ucciso perchè aveva capito cosa è il comunismo in realtà.
    Tutto il resto è atroce speculazione, come quelli che continuano a menarsela con il fatto che inchiappettava ragazzini.
    Sticazzi, come dicevano i latini

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  5. Scusate, mi chiamo Matteo.

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  6. Non so per quale motivo Pasolini sia stato ucciso, se per la sua omosessualità o il suo pensiero ,ma ho avuto un lampo e mi è venuto alla mente lo stupro di Franca Rame ed ho capito tutto.

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  7. Molti di noi - son sicuro, io sono l'uomo medio - sono afflitti da visioni negative, pessimismo, sfiducia. Pensiero negativo, talvolta apparentemente irrazionale, il microcosmo non va cosi' male, hai un lavoro, la famiglia... ma la cappa di smog la senti eccome.

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    1. Era infatti ciò che volevo far notare. Si chiama anche depressione. In questo caso indotta. E, per la cronaca, hanno eliminato i farmaci che una volta potevano curarla, sostituendoli con altri che la cronicizzano.

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    2. Questa osservazione merita un approfondimento, no? Qualche riferimento? Grazie!

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  8. Anonimo14:36

    io quando intuisco la possibilità di incappare nell'orrore cambio strada, sempre.
    la scelta che mi impone il valore del tempo è quella di dedicarmi al bello .
    io auguro a chi testimonia l'orrore di non esserne consumata/o. dico sul serio.
    p.s. - Ecco, siamo talmente coscienti del peggio che avanza che cominciamo a vederlo nascosto perfino nella bellezza che ci circonda... consuma , porta via , nega , distorce ...io adesso giocherò con i miei cani .
    ciao .
    luigi

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