martedì 13 marzo 2007

Euston, abbiamo un problema

Secondo me ci sono troppe sinistre in giro. E’ come in quei film di fantascienza con androidi talmente perfetti che li scambi per umani e ti accorgi che sono finti solo all’ultimo quando li apri in due, ne sbudelli i meccanismi e l’occhio a molla gli penzola fuori dall’orbita.
C’è tanta gente che si definisce di sinistra, anzi ci tiene proprio ad autocertificarsi come tale, ma poi se guardi da vicino ciò che dice e scrive ti accorgi che, o tu sei definitivamente un vecchio arnese del passato ancora legato alla sinistra di Peppone o qualcuno non ha le idee ben chiare su cosa significhi essere di sinistra.

Dovete capirmi. Ai miei tempi c’erano grosso modo due sinistre: quella parlamentare e quella extraparlamentare. I comunisti erano ancora comunisti. Il segretario del PCI era Enrico Berlinguer. C’era perfino l’Unione Sovietica con il CCCP e l’Albania si faceva fatica ad indicarla sulla cartina.
C’era anche una sinistra estrema, e poi l’anarchia (quella vera, non gli anarcoinsurrezionalisti fantasma di Pisanu), e i violenti, “gli innominabili”, come direbbe Gaber.
I socialisti, fino a Craxi, parlavano ancora di socialismo e di operai. Poi arrivò Bettino e, complici gli anni ottanta, la sinistra si scoprì piaciona, godereccia e puttana.
Nonostante le differenze però era ancora facile districarsi nel significato di sinistra. Fermi i capisaldi della difesa dei lavoratori e delle classi disagiate, le differenze erano essenzialmente nei metodi. Le conquiste sociali c’era chi le voleva ottenere legalmente governando e chi era disposto ad usare la violenza, a fare la rivoluzione, si sarebbe detto.

Oggi districarsi tra le varie anime della sinistra è un casino. Alcune le riconosci, usano ancora i vecchi simboli, parlano di uguaglianza, diritti civili e giustizia sociale, quelli che per me sono i valori della sinistra.
Altre anime che si autocertificano di sinistra mi rendono perplessa perché vorrebbero, ad esempio, opporsi al neoliberismo senza cadere nelle maglie dell’antimperialismo acritico. Una versione molto snob della botte piena e della moglie ubriaca.
Ecco, io penso che un elemento imprescindibile della sinistra sia ancora proprio l’antimperialismo, assieme alla ricerca di un sistema economico (modo di produzione) più equo del capitalismo, soprattutto della sua versione hard, il liberismo.

Ho l’impressione invece che la cosiddetta sinistra riformista non si ponga il problema del capitalismo e del suo superamento (in senso democratico e alternativo e non rivoluzionario e violento) ma che cerchi di rendercelo solo più digeribile masticandolo a lungo prima di farcelo ingoiare. O rendendocelo meno penoso come nel detto cinese “se proprio devi essere violentata cerca di trarne piacere.”
Le riforme che vogliono e che ritengono indispensabili per noi (grazie, e chi ve le ha chieste?) riguardano sempre gli altri. La flessibilità del lavoro sbandierata dai vari economisti riformisti che guardano alla Danimarca con il culo bene al caldo non riguarda loro o i loro figli ma solo i lavoratori subordinati, le donne e i lavoratori immigrati.
La loro benevolenza nei confronti dell’attuale sistema è totale perché in realtà difendono un’oligarchia della quale fanno parte. Per loro non vi è alternativa possibile a questo sistema economico e quindi sono conservatori, non progressisti.
Stranamente hanno preso qualcosa dalla vecchia sinistra: il peggio, il metodo stalinista della caccia al dissidente. O sei con loro o contro di loro, con i terroristi.
A proposito di imperialismo, tutte le guerre degli ultimi sei anni erano già scritte del Project for a New American Century fin dal 1997 ma se lo si dice vi daranno nell’ordine: del cospirazionista, dell’antiamericano, antisemita e del busone.
Già, mi ci vorranno cent’anni ma forse un giorno capirò il perché del livore che gli amici ebrei e israeliani hanno adesso nei confronti della sinistra, dopo averci militato storicamente per decenni. Se Fini va a Gerusalemme sarà merito dell’acqua di Fiuggi oppure è il sionismo che si è spostato decisamente a destra?

La cosa più di sinistra che abbiamo avuto negli ultimi anni per me è stato il grande movimento che si raccoglieva attorno alla frase “un altro mondo è possibile”. Un movimento fatto di persone di diversa provenienza politica ma accomunate dalla consapevolezza che la globalizzazione non porta affatto i vantaggi che millantano i suoi fautori.
Questo sistema economico sta distruggendo il pianeta, rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Chi dice che non è vero è in malafede o è cieco. La comunicazione decide letteralmente della vita e della morte di interi popoli. Se una guerra non interessa o non è funzionale al grande masterplan non se ne parla e tu non ne saprai mai nulla, anche se muoiono milioni di persone. Basta vedere come la Palestina è sparita dai tele/giornali, assieme al Darfur, alla Cecenia e alla Somalia.

Era bello il movimento dell’altro mondo possibile. Ma è finito, colpito dalle mazzate di Genova, e coperto dall’oscuramento dei media e dalla nube piroclastica di Ground Zero. No global è diventato sinonimo di delinquente, terrorista.
Se abbiamo imparato una cosa da Genova è che questo sistema non sopporta di essere messo in discussione, soprattutto quando sta ridisegnando la geopolitica a sua immagine e rassomiglianza, armato fino ai denti contro i mulini a vento che gli servono per dominare il mondo.
Spariti i no global, o quasi, oggi se la prende contro il Sudamerica che cerca una via diversa di sviluppo. E, come quarant’anni fa Castro, oggi il babau è Chavez.
Da noi sono spariti anche i girotondi, e tutto il movimentismo che voleva dare una scossa ai burocrati di partito. Si farà il Partito Democratico con Rutelli e Fassino, de gustibus.
Io continuo a sperare in un vero progressismo, dove essere di sinistra significhi di nuovo qualcosa di meglio dell'assomigliare a Tony Blair.

26 commenti:

  1. azz, piu che un post questo era un papiro! :D
    il nocciolo del problema è che un tempo c'erano le ideologie...nel bene e nel male.

    Oggi è difficile muovere le folle. La gente è disinteressata, ciascuno fa i suoi interessi e cosi abbiamo non una ma moltissime sinistre. Di cui in realta manco una è sinistra vera.

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  2. Ciao Lame.
    Ti leggo e mi rendo conto che abbiamo un vissuto analogo ed impressioni straordinariamente simili sulla politica del passato e su quella di oggi.
    Infatti nn ho niente da dire sull'articolo tuo. Lo sottoscrivo in pieno.
    All'epoca io ero "moderata" non condividevo la violenza verbale e fisica che era di moda esternare per dimostrare "passione" politica.
    Oggi mi sono convertita all'Anarchia, dopo i 40 anni , cazzo. Perchè essere passati da un'epoca in cui se non ti interessavi di politica eri stronza come se non ti mettevi i jeans a zamppa di elefante, all'oggi, in cui abbiamo un'impero decadente che ci vessa tutti i giorni con violenze di tutti i tipi, mi ha sconvolto, penso, mentalmente.
    Vabbe'. Senti, una domanda. Conoscevi "alto gradimento"?
    era tanto ke te lo volevo chiedere.
    ciao
    Cloro

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  3. Anonimo11:00

    ...la sinistra oggi è un casino (ma anche a destra non è tutto chiaro, anzi) perchè non esistono più dei punti di riferimento che non siano ormai stati assorbiti dal capitale.
    ...e "quelli di sinistra" sono stati i primi - paradossalmente - a ricercare questa situazione abbattendo le vecchie appartenenze ormai strette, non per cattiveria ma per questione antropologica: oggi l'europeo medio - in ciò eterodiretto - è un edonista, un consumista, uno che non vuole sacrificarsi più per alcun motivo, qualsiasi imposizione gli è ostica, qualsiasi contabilità obiettivi/costi per raggiungerli, gli sembra inutile. Ha vinto l'ideologia americana dell'"ognuno è padrone di se stesso".

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  4. Anonimo11:22

    >Altre anime che si autocertificano di sinistra mi rendono perplessa


    hai colto nel segno. questo Euston manifesto lascia davvero perplesso...
    non si capisce dove vogliano andare a parare e non si capisce dove sta la novità, a parte lo schierarsi apertamente con gli USA.

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  5. Il loro più grande risultato è essere riusciti a far passare i no-global, come violenti terroristi. Il movimento altermundialista non è scomparso, non è finito a Genova, a Genova hanno solo ottenuto di renderlo "pauroso" agli occhi del Mondo.

    cmq ottimo post, veramente.

    A riguardo se mastichi un po' lo spagnolo ti invito a vedere questo documentario, che tocca proprio alcune delle tematiche che hai trattato: L'ordine criminale mondiale

    Un saluto

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  6. Anonimo13:18

    Un bellissimo post.

    Credo che il problema fondamentale stia nella confusione tra contenuto e contenitore.

    C'era una volta, come dici tu, una cosa chiamata sinistra, nata per motivi reali e validi.

    Poi, a mano a mano che la realtà cambiava, e che le persone si dividevano per tante esigenze, il contenitore, il nome, l'identificazione confortante e vaga, sono rimasti sempre quelli.

    E' un po' come la storia dei guelfi e dei ghibellini. Termini che davvero significavano qualcosa nel 1100.

    Ma che sono sopravvissuti per secoli, significando cose sempre diverse.

    In fondo, cosa poteva significare, rispetto alle originali motivazioni, il fatto che la Firenze del 1300 era "guelfa" e Siena "ghibellina"? Oltretutto, mentre a Firenze tutti i conflitti veri si svolgevano tra opposte fazioni che si dichiaravano entrambe "guelfe"?

    Ecco perché a un certo punto il termine "sinistra" - come ogni altra - diventa irrilevante e fuorviante.

    Ciò che conta sono i contenuti, non i contenitori; e sui contenuti, tu e io siamo sicuramente d'accordo, mentre non lo siamo né con Berlusconi, né con gli autori dell'Euston Manifesto.

    E allora, smettiamolo di guardare il contenitore e cerchiamo di guardare i contenuti.

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  7. Anonimo15:21

    Sarebbe bello che le cose fossero semplici, ma sono davvero complicate. Concordo in parte, ma ci sono fatti strani. Ad esempio che Blair, dopo aver fatto l'orrenda cazzata della guerra in Irak, si sta scoprendo ecologista, perché si è accorto che la fine di questo mondo è vicina. E questo comincia fortunatamente a far paura anche ai pallidi riformisti...

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  8. L'Euston manifesto
    è come la corazzata Potemkin di Fantozzi.

    Pensatoio

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  9. Ho cinque anni più di te, ma il periodo politico era quello di cui parli tu.
    Sono perfettamente d'accordo con ciò che scrivi. L'unica cosa che mi viene da aggiungere è che il giorno in cui hanno ucciso Carlo Giuliani non si doveva tornare a casa con la coda fra le gambe. Però non c'ero...ero a casa in attesa di notizie di mio figlio che c'era ed è tornato.

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  10. Anonimo17:59

    ...ho le lacrime agli occhi... :-(
    Io voglio sperare che un altro mondo sia possibile prima o poi...
    ciao paperella ;-)

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  11. Anonimo18:26

    Non è che forse le varie sinistre, e purtroppo i vari sinistri, debbano in qualche modo interrogarsi e mettersi d'accordo sul cosa significhi essere di sinistra (non come valori, che voglio sperare siano noti)... senza osannare un Blair o un Clinton?
    Ai posteri, l'ardua sentenza...

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  12. Anonimo19:37

    Bhé, forse sarebbe più importante avere una visione di come si vorrebbe il mondo, anziché cercare elementi che servano da aggregatore di identità. Forse sarebbe opportuno pensare che l'identità non è così importante come la valutazione realistica delle cose. E non cascare nel berlusconismo alla rovescia per cui certe cose debbono essere vere o false solo per una questione di appartenenza.
    P.es. l'antiamericanismo o iul suo opposto il filoamericanismo: non si può elevare un intero popolo a demone o a santo solo perché questo è funzionale a sentirmi parte di un gruppo.
    Insomma, se le difficoltà dell'ideologia (e quindi dello spirito di appartenenza) lasciano spazio ad un po' più di ragionevolezza, non mi sembra un gran male. E nella ragionevolezza c'é anche il fatto che difficilmente uno ha torto su tutto. Anche se adora gli americani e odia i No Global.

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  13. Anonimo12:37

    Un post bellissimo e tristissimo...
    hai colto nel segno come un tiratore scelto!

    Anto

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  14. @ cloro
    si, come non conoscere "alto gradimento"! Lo ascoltavo anch'io, spesso.
    Penso che l'avere una visione comune dei nostri tempi passati ci accomuni nel sentirci ancora più frustrate oggi. Se allora potevi avere qualche residua speranza nella politica dei partiti oggi credo che non sia rimasto che il fai-da-te. Ma lo vedi anche tu che fine fanno i movimenti... Un abbraccio

    @ sermau
    con la differenza che l'americano forse fa meno fatica a fare a meno del welfare (sanità pubblica, ecc.), visto che non ce l'ha quasi mai avuto. Noi siamo passati dalla grande mammella dello Stato che dava latte gratis a tutti all'arrangiatevi, che però vale solo per chi non fa parte dell'oligarchia.

    @ antonio p.
    grazie, me lo guarderò appena ho un minuto di calma.

    @ miguel martinez
    Per focalizzarci sui contenuti e trovare interessi comuni per i quali lottare (come è avvenuto contro la globalizzazione) dovremmo avere anche una vera informazione, e non limitata a quella elitaria di Internet. Ma se tu ti guardi intorno, ciò che l'informazione ti dà è solo fuffa.
    Oggi il tg ha parlato di cucce per gatti da 5000 euro, con l'"invito" ad acquistare accessori preziosi per i nostri "piccoli amici". E' in questi momenti che sento nostalgia della ghigliottina. Un saluto.

    @ corrado
    forse il buon Tony sta solo giocando l'ultima carta

    @ pensatoio
    :-D

    @ ed
    se ti ricordi, fino a sera non sapevano, parlavano della morte di un ragazzo spagnolo (??), di un'altra ragazza in fin di vita. Poi, dopo cena, Fini andò in televisione e raccontò la faccenda dell'estintore.

    @ pibua
    speriamo prima che poi. Guariti, tu e il bimbo?

    @ alex321
    Ora non abbiamo anche Ciarrapico??
    A quando l'adesione di Hannibal Lecter?

    @ etienne64
    è chi vuol fare il gioco sporco che è uso generalizzare. Si sa benissimo che l'etichetta "antiamericano" significa solo "essere contro il governo americano", il che ci accomuna a più del 60% degli americani.

    @ anto
    ;-)

    RispondiElimina
  15. Anonimo15:56

    La sinistra a cui fai riferimento era quella della classe operaia che era riuscita a "strappare" lo statuto dei lavoratori, che credeva che il lavoro - e non la finanza - fosse alla base della società civile; la stessa che, purtroppo, si è fatta abbagliare dal grande sogno craxiano (do you remember la scala mobile?): quel periodo, e gli eventi ad esso collegati, li considero lo spartiacque tra il prima e il dopo. E questo "dopo" ha offuscato la memoria storica del "prima": in questo paese si vive di rimozioni e troppi sono quelli che manipolano i ricordi.

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  16. Anonimo20:58

    Il linguaggio corrente definisce la Sinistra come una topica; la politica, rivolgendosi alle masse, spesso gioca con i loro istinti e ne fa senso comune: allora niente di più facile, in un Paese dove fioriscono le sagrestie, che suscitare il sentimento di appartenenza. Ricordo richiami espliciti a tale principio sulle pagine dell'Unità, in momenti gravi. Molto di ciò che si agita a Sinistra ci fa torcere le budella: revisionismo, conformismo, inettitudine, ipocrisia e connivenza... Oggi è fondamentale per chi vuole veramente cambiare rivolgersi alla Storia ed ai contenuti del Movimento, stante che non abbiamo guide.
    Non avrei immaginato di essere massimalista, eppure temo che non riusciremo a modificare questo sistema economico suicida e perciò saremo presto al terminal, dove Madre Natura ci presenterà un conto salato.
    Se posso aggiungere un tocco alla completa introduzione di lameduck, il fatto nuovo è l'emersione inconfutabile di una struttura di lobby dietro la politica internazionale: una cupola che opera e dirige ben oltre le istituzioni e la legalità. Il termine Sinarchia sta tornando di moda e ci rendiamo conto del suo potere quando ascoltiamo impotenti i bollettini di borsa, i grandi movimenti della Finanza, le scelte strategiche operate dalle multinazionali su temi (medicina, energia, sviluppo, solidarietà) che dovrebbero essere appannaggio di tutti. Per non dire del controllo individuale, del terrorismo globale,del conflitto permanente.
    Mi convinco sempre più della necessità di fare una rivoluzione, ma non abbiamo qualcosa di paragonabile alla classe operaia; la rivoluzione saranno plausibilmente i precari a farla, ma ciò potrà avvenire in una società totalmente precarizzata: ci vorrà tempo, e chissà quanta sofferenza.

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  17. Anonimo21:06

    Sono del 60 come te e quando ero giovinastro militavo in DP. Ricordo che con il PCI il rapporto era a dir poco conflittuale: nel migliore dei casi ci deridevano. Però il PCI, con tutta la sua politica ambigua e compromissoria sapeva conservare tra la gente un minimo di valori. Lo si contestava duramente ma nell'inconscio, e forse non solo nell'inconscio, rappresentava una specie di sicurezza ultima, una specie di genitore presso cui rifugiarsi in casi estremi...

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  18. Anonimo22:40

    >Ecco, io penso che un elemento imprescindibile della sinistra sia ancora proprio l’antimperialismo, assieme alla ricerca di un sistema economico (modo di produzione) più equo del capitalismo, soprattutto della sua versione hard, il liberismo.

    Su questa cosa sono d'accordissimo. E le molte anime della sinistra significano solo che non abbiamo più una sinistra. Né una destra.
    Personalmente credo ancora nella possibilità di una vita New Global (No global se lo sono inventati i giornali, fedeli servi del potere economico).
    A questo riguardo mi sembra valido quanto proposto nel manifesto della Decrescita. Proposte per un modo di vivere più sobrio, per vivere come esseri umani, e non come consumatori.
    La mia domanda allora è: la "gente di sinistra" è pronta ad adottare un modo di vivere e vedere che è coerente con quelli che erano gli ideali originali? Ovvero, la smetteremo di vivere sulle spalle del resto del pianeta, per molti versi?

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  19. Sì che ricordo...un incubo in diretta su Primo Canale. Senti dire che un ragazzo di 20 anni è morto...hai un figlio che ha 20 anni ed è là...il cellulare non prende perché sotto il cielo di Genova non passa neppure una mosca..mamma mia che ansia!

    RispondiElimina
  20. Anonimo08:33

    @lameduck: ci abitueremo anche noi, vedrai...siamo versatili....
    vogliamo essere "liberi", no?

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  21. Anonimo18:01

    Oh si, grazie lameduck...per fortuna è durata solo un giorno e mezzo!

    Buona serata ;-)

    RispondiElimina
  22. @ Ed: come ti capisco! Pensa che io abito a Genova e quel giorno mi trovavo da quelle parti per una visita ginecologica (avessi immaginato il casino che sarebbe successo l'avrei rimandata)...ero incinta di 6 mesi e mi sono talmente spaventata che a momenti il bimbo lo faccio lì! Sembrava di vivere in un incubo...per fortuna sono riuscita ad arrivare a casa sana e salva!

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  23. Anonimo18:13

    mi sono loginata da blogger e mi sono "monnalisizzata"...ma sono sempre io Ed...pibua ;-)

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  24. Anonimo16:09

    Grande... ;-)

    RispondiElimina
  25. Anonimo17:13

    Questo commento l'ho scritto ieri, ma non ha passato la censura preventiva :-P

    E' vero, oggi gran parte della sinistra non si pone il problema del superamento del capitalismo.
    Ma, forse, si pone il problema di come affrontarlo con un po' di giustizia sociale in più, giorno dopo giorno.
    E' quello che ci tocca, in un mondo senza grandi ideali.

    A.I.U.T.O.

    P.S. il titolo del post è meraviglioso!

    RispondiElimina
  26. "enrico berlinguer alla tv
    "le vittorie olimpiche di alberto mandoregna in nome della rivoluzione cubana/
    i sandinisti al potere in nicaragua/
    il catechista che votava pannella" - Robespierre, Offlaga disco pax.

    Leggendoti mi sono venuti in mente loro :-)
    a.

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